Stagionalità e biodiversità

Esempi di biodiversità protetta

Per garantire la sopravvivenza delle specie vegetali è nata “L'Arca di Noè della Biodiversità”: si trova nel Circolo Polare Artico e contiene milioni di semi provenienti da tutti i Paesi del mondo con lo scopo di proteggere le colture e preservarle nel tempo. Esistono molte iniziative nate per salvaguardare questo patrimonio tanto che è stato coniato un nuovo termine per indicare chi si occupa di ricercare, classificare e preservare le “antiche” varietà di prodotti vegetali: sono i cosiddetti seed savers o salvatori di semi. Solo in Italia sembra infatti che, negli ultimi 40 anni, si siano perse l’85% delle varietà antiche di ortaggi e frutta.

Alcune Associazioni si sono prese l’impegno di selezionare i prodotti agroalimentari di qualità a rischio di estinzione, tutelando anche chi li produce e potenziando, in vario modo, il loro mercato. Molti sono i prodotti ortofrutticoli selezionati in zone particolari delle diverse regioni italiane: per la precisione 41 varietà di ortaggi e 56 varietà di frutta.

Tra le verdure si trovano asparagi, carciofi, pomodori, peperoni, cipolle, aglio e non solo. Particolare, per esempio, è la papaccella napoletana: si tratta di un peperone piccolo e costoluto, coltivato in Campania, con un colore che va dal verde intenso al giallo sole o dal verde al rosso vinato e con una polpa particolarmente dolce. In Lombardia, in provincia di Pavia, intorno a Cilavegna, si coltiva appunto l’asparago di Cilavegna caratteristico per la punta di colore violetto e il sapore raffinato.

Ci sono molte varietà di frutta: sono soprattutto mele, pere, pesche, arance e limoni, ma anche ciliegie, prugne, fragole… La Ramassin del Monviso Valle Bronda è il termine dialettale per indicare una piccola susina blu-violetta con un profumo intenso e sapore dolcissimo, coltivata in Piemonte da moltissimo tempo. In Calabria si produce il bergamotto: è un agrume simile all’arancia, con un colore dal verde al giallo; il suo fiore bianco e odorosissimo si chiama zagara, come quello dell’arancia, parola di origine araba.