Gli scavi archeologici di Ercolano, Pompei, Stabia, con le pareti delle ville decorate da affreschi, sono una testimonianza oggettiva degli usi e costumi e delle abitudini alimentari di un tempo.
Possiamo ammirare “il cestino con frutta” nella Casa dei Cervi o il “Ramo di pesche con caraffa”.
Celebri artisti del passato hanno raffigurato fiori, frutta e verdura in composizioni denominate “nature morte”, consegnando alla memoria i prodotti di stagione della terra.
Ghirlande di frutta e fiori raccontano le Quattro Stagioni negli antichi saloni di ville e castelli.
Perché “natura morta”? Perché i soggetti raffigurati sono inanimati, il frutto è staccato dall’albero, il fiore è reciso, le foglie, spesso sono già avvizzite…
Del XVI secolo è l’arte del Caravaggio, con opere come “Bacco” e “Canestra di frutta”, dove s’incontra un trionfo di grappoli d’uva, mele, pere, foglie di vite…
L’Arcimboldi (1527-1593) è noto per le sue “Teste composte”: ritratti allegorici e burleschi a base di frutta (es. ”Le quattro stagioni”, ”L’ortolano”).
È del XVII secolo “La natura morta” di Flegel: cachi, melagrane, uva, pere…
Rachel Ruisch, nel XVIII secolo, era una pittrice –viaggiatrice esperta di frutta e fiori.
Poi ricordiamo anche: “Mele e arance”o “Natura morta con tenda” di Cezanne; “Natura morta con mele e meloni” e “Natura morta con uva e mele” di Monet; ”Fragole e limoni”: pittori impressionisti del XIX secolo. E Matisse, De Chirico…